Uno nessuno centomila… ovvero parlar di chissachè con chissachì.

‘Micio…? Micio ci sei?’  Ieri sere il mio gatto non c’era nella sua scatola calda calda  ripiena di paglia in giardino.

Così mi sono resa conto di tante cose, e soprattutto di quanti e quali modi uso per chiamare il mio gatto. Perchè il mio gatto non ha un nome.

Giuro, non ha un nome: non siamo mai riuscite a trovarne uno adatto, io e mio sorella, e così per la maggiore lo chiamiamo ‘Micio’.

Ma però a questo nome se ne aggiungono altri mille, a seconda del contesto e della situazione, tanto che il mio gatto ormai penserà tra sè e sè di essere uno di quegli eroi pirandelliani senza identità, come il Gengè protagonista dell’opera che ho citato nel titolo (a proposito se non l’avete letta, fàtelo! è meravigliosamente isterica! e realistica!).

Ma comunque lui risponde sempre.

Vi spiego.

Quando chiamo il mio gatto e sono in vena di coccole, lo chiamo Micio, Ciccio (abbreviativo di Micio ma più dolce), Micio- gatto (termine coniato dal mio moroso), o Gatto-micio (ironizzando sul termine coniato dal mio moroso).Ciccione o più affettuosamente Cicciolo (per far notare che è un bel gattone pesante pesante…).

Quando sono in vena di farlo giocare, il mio gatto si trasforma in Monster (soprattutto quando fa gli agguati e tira all’indietro le orecchie) o Mostro, all’italiana, quando è un Monster ma un po’ meno attivo. O Mostricino quando fa il mostro ma è tenero tenero.

Quando si rotola per terra e si fa accarezzare la pancia, il mio gatto si chiama Panza, o Panzer, o Barbablù quando è particolarmente sporco.

Insomma credo che a lui non importi come lo si chiama, sa che è questione di affetto: quel che gli importa è farsi coccolare, come tutti i gatti del mondo,  e credo che possa sopportare la pazzia della sua padroncina, che invece di dargli un nome gliene affibbia centomila… (anche per la gioia della vicina che sentendomi chiamare ‘Ciccio- Ciccione- Ciccetto’ pensa che io sia una poco di buono e spettegola dal mattino alla sera pensando che io parli con chissachì di chissachè…)

20 risposte a “Uno nessuno centomila… ovvero parlar di chissachè con chissachì.”

  1. Intelligente, sottile, metaforico, pungente, tenero, realista, ecc: son queste le caratteristiche che attribuisco e che mi son balenate nel cervello dopo la lettura di questo post. 🙂
    Sei una bella scoperta!
    ps: nell’ ECC mettici le caratteristiche che tu ci ha voluto mettere e io non ho scorto…l’ecc è sempre quel beneficio d’inventario che è doveroso darsi e dare.
    Con simpatia
    ehm…ehm…non mi ricordo come mi chiamo 🙂
    …chiamami un po’ come mi vuoi
    basta che non “mi chiami amore”, quello solo a Moccia riesce…e lo pagano pure!!!

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    1. Grazie Ecodelvento per questo commento lusinghiero,certo è un post un pò lungo e ti devo anche ringraziare per avergli dedicato tempo… non preoccuparti non ti chiamerò amore anche perché Moccia non lo reggo,è incredibile che persone così insulse vengano pagate per rifilarci certe sciocchezze…

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  2. tutto ciò fa molto “colazione da tiffany” !

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    1. grazie per il paragone molto lusinghiero…

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  3. Avatar icittadiniprimaditutto
    icittadiniprimaditutto

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

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  4. Buon mattino Vera, il mio gatto ha un nome e anche un cognome.
    Ma è gran mangione;così in casa ci divertiamo a trovargli tanti
    nomiglioli sul suo “mangiare.”
    A proposito di Moccia, se viene pagato e anche tanto, è perché c ‘è
    gente che compra le sue “scemenze” (allora,chi è lo scemo???)
    Baci
    Mistral

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    1. Condivido l’affermazione su Moccia: in fondo lui ha solo trovato un modo di far breccia in un pubblico qualitativamente poco incline a letture serie… 🙂 Un sorriso.

      >—-Messaggio originale—-

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  5. “Uno, nessuno e centomila”… Credo sia il libro che più di tutti mi ha cambiato la vita!
    Che dire, è stupendo: mi unisco anch’io all’invito, se non l’avete ancora letto, fatelo!
    PS: per restare in tema, io ho un cane. Lo chiamo in mille modi e… Vabbé, visto che è stato citato Pirandello, come non ricordare il racconto “La carriola”?

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    1. Credo che Pirandello sia k.autore più geniale della modernità letteraria.Per la sua conoscenza e rappresentazione dell’animo umano credo sia paragonabile a quanto Einstein è stato per la teoria della relatività.Non si può conoscere noi stessi nè gli altri senza Pirandello.Saggio sull’umorismo,no?

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      1. Ecco, grande… è una vita che voglio leggerlo, adesso che me lo hai ricordato sarà il prossimo libro!

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        1. Mmmm… impegnativa come lettura eh! In bocca al lupo e… speriamo che la tua personalità non ne esca a centomila brandelli…
          ( non so se si è capita l’ironia, tra lupo brandelli e i centomila pirandelliani… Mi sono un po’ incasinata…)

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          1. Onestamente, non solo sono abituato alle letture impegnative, ma la mia personalità è già stata ridotta a brandelli da Pirandello un 6 o 7 anni fa, quando avevo 15/16 anni… E è stato un momento di crescita fondamentale, da cui sono uscito profondamente cambiato e rafforzato.
            Non ne conosco i saggi, ma mi sono letto un po’ di tutto della sua opera e anche quello che la critica ha scritto su di lui. Per quello dico che è una vita che voglio leggere quel saggio, perché è una cosa che mi manca. Anche se la sua riflessione teorica non è certo solo nei ‘saggi’: è in tutte le sue opere (in alcune più che in altre), la si respira pagina dopo pagina…

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            1. Una lettura che mi ha formato almeno quanto Pirandello smontando la mia personalità è Svevo.Scrittura meno brillante forse,ma estremamente formativa

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  6. Pirandello… uno dei miei autori preferiti! Il mio amore fin dal primo liceo, lo inserivo in ogni compito in classe… in qualche modo 😛
    In quanto al micio, non ne ho mai avuto uno. Probabilmente, anche io farei lo stesso!

    Un saluto 🙂

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    1. Io ricordo di aver fatto una verifica di STORIA DELL’ARTE sui Greci e sull’arte greca, incentrata sul Partenone, spiegandola attraverso Pirandello… Pensavo sarei stato pubblicamente fustigato e invece quella verifica mi valse un 10!
      Peccato che non l’abbia conservata… sono passati tanti anni, sarei curioso di vedere che parallelo avevo impostato…

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      1. D’altra parte, a pensarci un po’ su, sono anche riuscito a dedicare a Pirandello una pagina di un blog che parla di laicità!
        http://dallapartedialice.wordpress.com/ciascuno-a-suo-modo/

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      2. Sarei molto curioso anch’io,perché il collegamento,senza conoscerlo,sembra funambolico.Ma se ha meritato dieci…

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    2. Grazie del passaggio Nala.

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  7. Pirandello piace perchè ciò che ha scritto è verificabile, ciascuno di noi l’avrà di certo sperimentato su se stesso..quanto siamo mutabili rimanendo sempre unici.
    Il nome è solo un elemento di classificazione, evviva la libertà.
    Un sorriso per te.

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    1. Effettivamente può essere intero come libertà -di esser se stessi al di là di ogni nome o definizione?ma anche come condanna-all’ipocrisia dei rapporti interpersonali ma anche all’impossibilità di conoscere.

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